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Sostituire la plastica con il vetro: una scelta rispettosa dell'ambiente.

Ogni anno in Italia ognuno consuma mediamente 244 litri di acqua, corrispondenti a un totale di circa 11 milioni di bottiglie, la maggior parte delle quali sono in plastica (84%). Di queste,solo il 10/15% viene correttamente riciclato negli appositi impianti; la restante parte è smaltita nei termovalorizzatori, nelle discariche o, peggio, dispersa nell'ambiente.

Da notare che il peso medio di una bottiglia vuota è di 40 grammi, il che significa 369,6 mila tonnellate di plastica ogni anno solo per l'acqua, l'equivalente di 5,87 milioni di barili di petrolio.

Una delle soluzioni che tutti potremmo adottare con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento da plastica, a cominciare dalle bottiglie, è scegliere il vetro, meglio se con vuoto a rendere.

Attualmente la percentuale di bottiglie in vetro in Italia è ancora molto bassa: sono pari al solo 16% degli 11 miliardi totali di bottiglie consumate. Un valore che è ben al di sotto di altre realtà, come ad esempio accade in Nord Europa, dove il 70% del mercato si basa sul sistema delle bottiglie in vetro con vuoto a rendere.

Ma quali sono i vantaggi di questa scelta, oltre alla riduzione dell'inquinamento? 

Innanzitutto l'acqua conservata in vetro subisce meno contaminazioni rispetto alla plastica, soprattutto quando, come accade di frequente, le bottiglie rimangono a lungo esposte alla luce e al calore del sole.

Il vetro può essere quasi completamente riciclato, ed una stessa bottiglia può essere lavata, sterilizzata e riutilizzata più volte, grazie al sistema del vuoto a rendere. Questo ciclo permette anche di ottimizzare le emissioni e i costi derivati dai processi di produzione di nuove bottiglie, per la materia prima, la manifattura e i trasporti.

Sostituire la plastica con il vetro a rendere permette di ridurre la quantità di petrolio consumata ogni giorno solo per la produzione delle bottiglie, per le quali occorrono quasi 6 milioni di petrolio, l'equivalente di 950 mila euro al giorno.

Clicca qui per maggiori approfondimenti.

[fonte: Corriere della Sera]